martedì 13 ottobre 2009

dal MESSAGGERO DI PORDENONE, Lunedi 12 ottobre 2009

«Presenti e solidali con la realtà della gente»

Questo l’invito del vescovo monsignor Ovidio Poletto alla settimana sociale della diocesi.

La diocesi di Concordia-Pordenone promuove per la settima volta la sua settimana sociale con lo stesso intendimento con cui dal 1997 ha cominciato a celebrarla con cadenza biennale. Vuole offrire, non solamente ai fedeli cristiani, ma a tutte le persone che intendono partecipare, una occasione di approfondimento dei problemi che costituiscono oggi l’emergenza non soltanto del nostro territorio e del nostro Paese, ma di tutto il mondo. La crisi economica, la conseguente difficoltà di mantenere il lavoro o di averlo per la prima volta, la esigenza di ricorrere a una straordinaria mobilitazione di solidarietà, la necessità di una partecipazione più forte di tutti alla politica per garantire un bene comune che oggi richiede più che mai una mobilitazione generale. Questi i temi dei tre giorni di incontri che saranno analizzati da personaggi particolarmente competenti sulle singole questioni, anche per individuare orientamenti concreti di soluzione e quindi di speranza. Come è nella tradizione delle nostre settimane, sarà dato un apporto specifico, per l’analisi e le prospettive, attraverso i documenti della dottrina sociale della Chiesa, da tutti riconosciuta di grande autorevolezza per comprendere e affrontare i problemi del nostro tempo. In particolare, in questi mesi, ha suscitato grande interesse nel nostro Paese e in tutto il mondo la lettera enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, promulgata alla fine di giugno di quest’anno e che ci verrà autorevolmente illustrata dal vescovo di Ivrea monsignor Arrigo Miglio presidente del comitato delle settimane sociali nazionali. La nostra iniziativa vuole anche essere un incoraggiamento a continuare su tutta una linea di azione ormai da anni promossa nel territorio della diocesi di Concordia-Pordenone. Essere presenti e solidali con la realtà della gente, sentirsi “tutti responsabili di tutti”, come esorta ancora l’attuale Pontefice sulla scia del suo predecessore Giovanni Paolo II. Uscire dalle visioni settoriali, per quanto importanti, per condividere il più possibile i problemi di tutti, specialmente di chi ha più bisogno. Sottrarsi dall’atteggiamento di passività rassegnata e di lamento inefficace, per fare tutti la propria parte anche come cittadini, a cominciare dal piccolo territorio in cui si vive la propria quotidianità. Avere un sussulto di impegno, speciamente se si vuole essere davvero cristiani, per animare la società civile con la propria responsabilità convinta e coinvolta. Potrà forse apparire eccessiva la nostra aspettativa da questa settimana. Ma sono convinto che occorre credere fermamente alle grandi prospettive di speranza per poter cambiare in meglio le situazioni, con l’aiuto di Dio e il concorso di tutti. E anche con l’impegno specifico della diocesi di continuare oltre la settimana con iniziative di formazione e orientamento per una cittadinanza più responsabile da parte dei cristiani, assieme al più gran numero di persone di buona volontà.

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