mercoledì 14 ottobre 2009

dal MESSAGGERO DI PORDENONE, Martedì 13 ottobre 2009

«La crisi mondiale è frutto di scelte precise»
Sala congressi della Fiera gremita ieri per la prima serata della settima edizione della Settimana sociale della diocesi di Concordia-Pordenone. Attraverso le parole dell’economista Bruno Anastasia e del teologo monsignor Paolo Doni, il pubblico ha potuto gettare uno sguardo in profondità (come recitava il titolo) sull’attuale crisi economica. Il tutto, per delineare una nuova “agenda di speranza” per il futuro, anche tenendo presente l’ultima enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, citata dal vescovo Ovidio Poletto nel suo saluto introduttivo. «Siamo chiamati – ha detto il vescovo – a una sfida di un protagonismo civile e cristiano nella nostra società: mi pare che, in fondo, sia questo che emerge dalle parole del Papa. Siamo tutti responsabili di tutti, ci vuole attenzione e partecipazione sociale. Tutti i cittadini, soprattutto se sono cristiani, devono avere una partecipazione più sentita alla “res publica”. Un principio di gratuità e fraternità universale per evidenziare che la globalizzazione deve essere vissuta quale denominatore comune di condizione umana. C’è una corresponsabilità di tutti per il bene comune, senza delegare tale responsabilità agli altri: la nostra diocesi sta investendo in questo». Lo sviluppo economico occidentale degli ultimi anni è oramai un ricordo: questo il fulcro della serie di dati proposti da Anastasia, il quale ha fotografato la crisi sul fronte dei suoi danni sociali e umani. «Solo in Friuli e in Veneto – ha spiegato – quest’anno si stimano 70-80 mila posti di lavoro in meno, soprattutto tra gli uomini e in special modo tra gli stranieri. Il 2010 potrebbe rivedere una ripresa economica, ma non una ripresa nel mercato del lavoro: non ci saranno buone nuove per l’occupazione. Ci sono comunque i lati positivi della crisi. Come la solidarietà cosiddetta grigia – ha detto – legata alla redistribuzione effettuata dallo Stato attraverso tasse e trasferimenti: dobbiamo far crescere la consapevolezza dell’utilità di questi mezzi. Ci sono, poi, le solidarietà più “piacevoli”, che non sono mai troppe, soprattutto a livello territoriale, legate al dono e alla gratuità. E infine, il riequilibrio dei compensi lavorativi dato dalla crisi». A coordinare i vari interventi, Stefano Franzin, del comitato organizzatore della Settimana, il quale ha poi introdotto monsignor Doni. «Il bene delle persone e della società non è pensabile al di fuori di carità e verità – ha spiegato il prelato citando il Papa -. Non siamo di fronte a una fatalità, ma a scelte, forse non di persone singole, ma a scelte precise che hanno portato alla crisi. L’ideologia tecnocratica è identificabile in tutto il mondo: da un lato accumulo continuo, dall’altro povertà. Cresce la ricchezza mondiale assoluta, ma non è distribuita: chi è ricco diventa sempre più ricco». Negli incontri di domani e di venerdì sera, ulteriori approfondimenti con illustri relatori. Davide Francescutti

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