venerdì 4 settembre 2009

dal MESSAGGERO DI PORDENONE, Giovedì 3 Settembre 2009


L'ANNUNCIO:
La Chiesa apre il tavolo di lavoro sulla crisi.

Chiamate a raccolta le istituzioni nella Settimana Sociale diocesana. Interviste e convegni.

La crisi economica chiede risposte strutturali, risposte di lungo periodo, un nuovo modello sociale e non solo produttivo. E la Chiesa non resta in silenzio: chiama a raccolta i cristiani, le istituzioni, la politica, la società civile per cercare risposte che contribuiscano con speranza a costruire il futuro. Dalla prima enciclica sociale di Benedetto XVI, “Caritas in veritate”, partiranno i lavori della settimana sociale diocesana.
Sarà un percorso concentrato tra il 12 e il 16 ottobre alla Fiera di Pordenone, che proseguirà con iniziative mirate fino a ottobre 2010, quando a Reggio Calabria si riunirà la settimana sociale nazionale. E per aprire il tavolo sulla crisi la diocesi di Concordia Pordenone ha chiamato in causa testimonial privilegiati: rappresentanti del mondo delle istituzioni, della politica e dell’economia, che sono stati intervistati – per ora hanno risposto in sei - per analizzare il fenomeno. Il tema della settimana è “Un’agenda di speranza per il futuro: economia, lavoro, politica e presenza dei cristiani”. Partendo da questo obiettivo «vogliamo offrire un luogo di confronto – ha spiegato il vicedirettore della Caritas, Stefano Franzin (che fa parte del comitato per la settimana sociale), che sia da stimolo prima di tutto per i cristiani. La crisi alimenta il rischio di rimanere chiusi nei propri oratori, confinati nelle realtà che funzionano. Invece oggi più che mai dobbiamo essere aperti. E’ il momento del dialogo tra la chiesa e tutta la società perchè quello che oggi manca sono i progetti a lungo termine, una visione che vada oltre l’emergenza. Che territorio vogliamo proporre nei prossimi dieci anni?». Lavoro, accoglienza, immigrazione, stili di vita, sono solo alcune delle facce del futuro, temi per discutere i quali «spesso mancano spazi deputati». La settimana sarà concentrata in tre serate, il 12 il 14 e il 16 ottobre, ognuna delle quali sarà aperta da una dedica a una personalità del cattolicesimo sociale (Sturzo, De Gasperi, La Pira), «perchè per costruire il futuro dobbiamo ricordarci da dove arriviamo». Un evento sarà la presentazione dell’enciclica papale da parte di monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro. E proprio all’enciclica è dedicata una specifica iniziativa che prenderà il via a novembre, dopo la settimana: un corso di approfondimento (che proseguirà fino a giugno 2010), organizzato a Pordenone in collaborazione con l’istituto di scienze religiose, aperto a chiunque voglia analizzare gli aspetti teologici e pratici del messaggio papale. Il secondo momento di confronto voluto dalla conferenza è quello “virtuale”. Prima, durante e dopo l’evento di ottobre sarà attivo il blog http://settimanasocialepn.blogspot.com, in cui ciascuno potrà partecipare con interventi propri, o semplicemente leggendo quelli degli altri, alla costruzione di un’agenda di speranza per il futuro. Martina Milia

«Manca una risposta univoca nei confronti dei più deboli»

«In presenza della crisi – dice il sindaco Sergio Bolzonello - non c’è stata una risposta univoca nei confronti dei più deboli. I rapporti di solidarietà sociale si sono rafforzati e intensificati, producendo lodevoli e generose iniziative da parte di coloro che credono e praticano questo principio, mentre ci sono vasti strati di popolazione che ritengono che i problemi degli altri non li debbano riguardare. Proprio perché non c’è un modello di sviluppo sostenibile abbinato a stili di vita consoni a far sì che nessuno “rimanga indietro”, l’egoismo di molti prevale sull’altruismo di pochi. Il problema è far sì che gli esempi positivi diventino diventino parte del nostro vivere quotidiano di comunità. Chi ricopre cariche pubbliche o ruoli guida nella società civile non può non avere comportamenti eticamente ineccepibili». (m.m.)

«Aprire le porte alla solidarietà partendo da uno stile sobrio»

«È necessario richiamare i cristiani – analizza il direttore della Casa dello studente, don Luciano Padovese - a una coscienza di corresponsabilità e partecipazione al sociale. Non chiusi in sagrestia, né fermi sul sagrato delle chiese, ma presenti nelle piazze, nelle fabbriche con intendimento di testimonianza di vita prima che di parole. L’enciclica sociale di Papa Ratzinger è illuminante». E l’apertura alla solidarietà «dovrà accompagnarsi anche a uno stile di vita improntato a una più consapevole sobrietà. Diminuiscono i consumi dei generi necessari, ma aumentano quelli superflui. Almeno si imparasse la lezione di Platone che camminava a piedi scalzi, ma frequentava i mercati; però lo faceva – affermava lui – solo per rendersi conto di quante infinite cose si può fare a meno». (m.m.)

«Bisogna recuperare i valori evitando strumentalizzazioni»

«Il mondo economico, rappresentato dal presidente provinciale di Confcommercio, Alberto Marchiori, invita ad affrontare il futuro “con preoccupazione e realismo ma, nello stesso tempo, con la voglia di innovarsi trovando soluzioni che puntino con ottimismo a costruire un’economia più forte fondata sulla concretezza e sulla correttezza e serietà, pensando al guadagno come fine ultimo di un percorso imprenditoriale e non come elemento al di sopra di ogni e qualsiasi cosa” Ecco perché l’economia non basta: per affrontare la crisi serve “il recupero dei valori etico-morali che sono alla base di qualsiasi sistema economico-sociale. Dobbiamo renderci conto che la convivenza deve essere migliorata con l’attuazione di politiche d’integrazione a tutto campo senza strumentalizzazioni politiche da ogni parte”. (m.m)

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